La società biancorossa viene dunque rifondata col nome di Nuova Associazione Calcio Mantova e mantiene la categoria di competenza. Il Chievo, ereditando l’esperienza societaria della Clivense, costituisce il primo esempio di società di calcio italiana ad aprire un equity crowdfunding, contando oltre ottocento soci. A fine stagione agonistica la società intraprende un ricorso per l’annullamento dei punti di penalizzazione inflitti durante il campionato, ricorso successivamente rigettato. Comincia la scalata: a fine torneo la classifica vedrà i biancorossi al secondo posto, risultato questo che garantisce l’accesso alla Quarta serie d’Eccellenza. Nella successiva stagione 1984-1985 i patron cercano di costruire una squadra d’alto livello, ma i risultati non sono all’altezza dello sforzo: i biancorossi terminano al sesto posto, con ampio distacco dalle prime posizioni. «Io mi sono trasferito in Bolognina tre anni fa, avevamo vissuto in tante altre zone della città, e avevamo un po’ la difficoltà ad ambientarci, a riuscire a stringere legami.
La scuola calcio, come ha tenuto a precisare uno dei fondatori storici della società, Giuseppe Vassallo, è gratuita per tutte le famiglie in difficoltà. La società, presieduta da Peppe Nuvolari, maglia calcio provvede all’ingaggio degli stranieri. Il sole stava sfiorava le cime degli alberi e le ombre si allungavano. Francesca, che si era costituita parte civile con i suoi avvocati Pertini, Sorgi e Taormina e aveva assistito a tutte le udienze del processo come muta accusatrice degli assassini del figlio, si dichiarò soddisfatta della sentenza, poiché giustizia era stata fatta non solo per il figlio ma per tutti i caduti sotto i colpi della mafia. Tale nome venne coniato da un gruppo di sportivi di Cesole che, in occasione di un’esibizione di Pelé in Italia, coniarono l’appellativo con tanto di cartello: il mito era nato. Azzurri erano i pantaloncini, che sui lati proponevano il medesimo triangolo delle maniche, che, però, aveva il vertice rivolto verso l’alto: anche in questo caso uno dei due bordini si prolungava, andando verso l’alto e verso la parte anteriore del calzoncino.
Ci sono 25 000 spettatori, record assoluto di presenze, i quali assistono alla famosa papera di Giuliano Sarti che, in avvio di ripresa, si lascia scappare un facile tiro di Beniamino Di Giacomo. Se arrivano le volanti della polizia è facile scappare, perché gli accessi diretti sono in controsenso. Nel corso della storia del club calcistico i colori sociali e lo stemma societario non sono stati sempre gli stessi. Il rapporto col tecnico ex-interista si conclude qui: nel 1989-1990 gli subentra Gian Piero Ghio, che guida il Mantova al quinto posto nel proprio girone, guadagnando l’accesso alla Coppa Italia maggiore. Il 1982-1983, il primo in Serie C2 nella storia del Mantova, è segnato da una crisi societaria: mentre sul campo la squadra si comporta abbastanza bene, centrando un terzo posto finale (inutile però ai fini della promozione), la situazione debitoria dell’Associazione Calcio Mantova si fa insostenibile. Fabbri riuscirà ad amalgamare per bene il tutto, portando i biancorossi a centrare la seconda promozione consecutiva. Il PSG giocò il campionato di seconda divisione 1970-1971 e lo vinse, venendo promosso in massima serie.
La seconda guerra mondiale finisce, il Mantova riprende le proprie attività, ripartendo da una Serie B a più gironi. La Serie C1 viene conquistata nel 1985-1986: il Mantova vince infatti ai calci di rigore lo spareggio contro l’Ospitaletto, as roma terza maglia disputato alla Galleana di Piacenza l’8 giugno 1986. In particolare si rivelano decisive le parate del portiere Nadir Brocchi. L’anno dopo la squadra riesce a salvarsi grazie anche alle prestazioni del difensore tedesco Karl-Heinz Schnellinger, alle parate del giovane Dino Zoff e grazie al bomber Piero Avanzi nonche ex allenatore del San Lazzaro. Anni dopo arriva un importante sponsor, la ditta petrolifera Ozo, che è proprietaria della raffineria sorta alle porte della città. A due anni dal fallimento del 1988 si decise di utilizzare il simbolo araldico del Comune di Pistoia, incastonandolo poi in via definitiva in uno scudo (inizialmente, infatti, fu proposto a foggia circolare) nella cui parte superiore era inscritta la sigla arancione «A.C. PISTOIESE», nuova denominazione societaria, su sfondo blu. Il Fenomeno che ha scritto la storia del calcio esattamente 32 anni fa, era la notte del 28 settembre 1988, illuminò con le sue magìe anche il Braglia.